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Club Deal e Family Office: i nuovi protagonisti del Private Equity post-2024

Gli investitori privati riscrivono l’accesso a PE e VC

L’aumento dei tassi d’interesse, l’instabilità macroeconomica e un crescente focus sulla compliance stanno trasformando le dinamiche del private capital. In questo scenario, Club Deal e Family Office si affermano come modelli sempre più attrattivi per investire in operazioni di Private Equity (PE) e Venture Capital (VC), offrendo un’alternativa più flessibile e controllata rispetto ai fondi tradizionali. 

Club deal: un’alternativa tailor-made ai fondi 

Il club deal è una struttura d’investimento informale o semi-formale che riunisce un gruppo selezionato di investitori – spesso family office – per partecipare a operazioni PE o VC in modo diretto. Ogni operazione viene analizzata e finanziata caso per caso, consentendo maggiore autonomia decisionale, controllo e una migliore calibrazione del rischio. 

Questo modello si distingue per: 

  • maggiore personalizzazione dell’investimento
  • possibilità di scegliere singolarmente le operazioni
  • riduzione delle commissioni tipiche dei fondi strutturati

Governance e clausole: modelli in evoluzione 

La crescente diffusione dei club deal ha portato a una maggiore strutturazione delle governance interne. Le operazioni sono spesso veicolate attraverso SPV (Special Purpose Vehicle) e disciplinate da patti parasociali complessi. Tra le clausole più frequenti: 

  • diritti di veto su operazioni straordinarie
  • quorum rafforzati
  • meccanismi di co-investimento e exit coordinato (drag/tag-along)
  • accordi waterfall per la distribuzione dei proventi.

La qualità della governance si rivela un fattore critico di successo, soprattutto in presenza di più family office con aspettative e orizzonti temporali diversi. 

Nuovi obblighi di trasparenza e antiriciclaggio 

La crescente attenzione alla compliance normativa ha un impatto diretto su queste strutture. La recente introduzione del Registro dei titolari effettivi, in attuazione della normativa antiriciclaggio europea, impone maggiori obblighi di trasparenza sull’identità degli investitori nei veicoli di investimento, con potenziali effetti su privacy e fiscalità. È quindi fondamentale strutturare i club deal sin dalle fasi iniziali con l’assistenza di consulenti legali e fiscali esperti. 

Rischi e opportunità: un confronto con i fondi PE 

Rispetto ai fondi di private equity, i club deal presentano vantaggi in termini di controllo diretto, flessibilità e minori costi gestionali. Tuttavia, pongono anche alcune sfide: 

  • assenza di un gestore professionale
  • minor grado di diversificazione
  • maggiore complessità nella gestione tra pari

La scelta tra fondo e club deal dipende quindi dalla propensione al rischio, dall’esperienza degli investitori e dalla disponibilità a gestire direttamente le complessità operative. 

Deal recenti: segnali dal mercato 

Alcune operazioni recenti confermano la vitalità di questo modello: 

  • Investimento in una PMI del settore industriale italiano condotto da un club deal promosso da tre family office del Nord Italia
  • Acquisizione in co-investimento di una tech company spagnola da parte di una rete europea di investitori privati
  • Operazioni biotech in Francia veicolate attraverso SPV con sede in Lussemburgo

Questi esempi testimoniano come i club deal non siano più un fenomeno di nicchia, ma una componente sempre più strutturata del mercato PE europeo. 

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