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Capgemini-WNS: l’AI agentica entra nei BPS da 3,3 miliardi di dollari

L’operazione ridefinisce l’M&A assistito da intelligenza artificiale e apre scenari inediti su due diligence, smart contract e responsabilità legale. 

Capgemini, società attiva nel settore della consulenza per la trasformazione tecnologica e di business delle aziende ha annunciato l’acquisizione di WNS per 3,3 miliardi di dollari in contanti, pari a 76,50 dollari per azione, in un’operazione che si concluderà entro fine 2025, salvo approvazioni regolamentari. L’obiettivo è creare un nuovo campione mondiale nei Business Process Services (BPS), potenziato da agentic AI, l’intelligenza artificiale capace di agire autonomamente su processi end-to-end. 

Con oltre 60.000 professionisti WNS e una solida presenza in settori come finanza, assicurazioni, sanità e logistica, Capgemini punta a trasformare l’automazione tradizionale in “intelligent operations”: servizi capaci di analizzare, decidere e intervenire senza supervisione umana diretta. Secondo la società, l’operazione sarà accrescitiva per l’utile per azione già nel 2026 (+4%) e genererà sinergie di ricavo fino a 140 milioni di euro entro il 2027. 

 

L’M&A entra nell’era degli agenti digitali 

L’acquisizione segna anche un cambio di paradigma nelle fusioni e acquisizioni. Le operazioni di M&A assistite da AI non si limitano più all’automazione di compiti ripetitivi, ma integrano veri e propri agenti digitali capaci di valutare, correlare e interpretare dati finanziari e contrattuali. 

La due diligence potrebbe così evolvere in un processo “vivo”: gli agenti AI analizzano portafogli contrattuali, simulano scenari post-fusione, rilevano rischi nascosti e stimano sinergie in tempo reale. Ma restano interrogativi cruciali: chi risponde se un agente sbaglia? E fino a che punto l’analisi automatica può sostituire il giudizio umano? 

Il diritto dovrà presto affrontare il tema della responsabilità condivisa tra società acquirente, fornitore tecnologico e consulenti. Allo stesso tempo, l’AI introduce nuove opportunità contrattuali: meccanismi di earn-out basati su performance algoritmiche, clausole di revisione automatica o persino “rollback” condizionati al mancato raggiungimento di obiettivi misurati dagli agenti. 

Due diligence e contratti intelligenti 

Nel campo legale, l’impatto è duplice. Da un lato, la due diligence diventa più profonda e veloce grazie al text mining legale: l’AI esamina centinaia di contratti, individua clausole di rischio e segnala incongruenze rispetto a norme di compliance o requisiti di data protection. Dall’altro, la contrattualistica stessa si evolve. 

Gli smart contract, basati su blockchain o sistemi distribuiti, potranno essere arricchiti da “clausole agentiche”: porzioni di codice che attivano automaticamente pagamenti, penali o notifiche in base agli output di un agente AI. Tuttavia, il problema della interpretabilità resta aperto: in caso di contenzioso, quale versione del contratto prevale, quella scritta o quella eseguita dall’algoritmo? 

 

Nuovi profili di responsabilità e compliance 

L’automazione spinta dei processi BPS solleva questioni sensibili in materia di lavoro e compliance. L’introduzione di agenti autonomi potrebbe ridurre le attività a basso valore aggiunto, imponendo politiche di riqualificazione del personale e nuovi obblighi informativi nei confronti dei dipendenti. 

In parallelo, il Regolamento europeo sull’AI (AI Act) imporrà requisiti di trasparenza, documentazione e auditabilità. Le aziende dovranno poter dimostrare come i loro agenti prendono decisioni, su quali dati si basano e come rispettano i principi di non discriminazione e protezione dei dati personali. 

Anche la responsabilità contrattuale si complica: un errore di un agente potrebbe generare danni economici o violazioni normative. Le clausole di limitazione e le polizze di rischio AI diventeranno strumenti centrali nei contratti commerciali. 

 

Verso una nuova governance dell’AI 

L’acquisizione di WNS segna un punto di svolta non solo tecnologico, ma giuridico. I processi decisionali aziendali non saranno più solo “assistiti” da AI, ma sempre più spesso gestiti da agenti intelligenti. 

Per i legali d’impresa, i consulenti M&A e i professionisti della compliance, questo significa imparare a negoziare, monitorare e controllare sistemi che agiscono in autonomia.
La frontiera non è più la digitalizzazione dei processi, ma la governance dell’autonomia: capire quando e come l’AI può decidere e chi deve risponderne. 

L’operazione Capgemini-WNS segna l’ingresso dell’AI agentica nel diritto d’impresa. Gestirne rischi e opportunità è una sfida che affrontiamo nel Master TopLegal Academy –> scopri di più.